LA CISL DI PORDENONE A CONGRESSO: LA PAROLA D’ORDINE E’ “CAMBIAMENTO”
Il primo passo della regionalizzazione della Cisl Friuli Venezia Giulia è finalmente compiuto: a segnarlo è il congresso della Cisl di Pordenone che, oggi, ha decretato la costituzione della cosiddetta Ast, che andrà a sostituire sul territorio l’Unione sindacale della destra Tagliamento. Un passaggio tutt’altro che formale, che indica una volontà precisa: rafforzare il territorio dal punto di vista operativo, ma parallelamente elevare l’impegno verso la dimensione regionale, dove oggi si giocano le partite importanti e la discussione delle grandi riforme.
La parola d’ordine è, dunque, cambiamento: un appello che ricorre più volte nella relazione del segretario uscente Arturo Pellizzon. Quasi uno sprono a guardare con fiducia al futuro, con la consapevolezza della responsabilità e delle scelte che attendono il Sindacato.
Certo il quadro di riferimento è tutt’altro che confortante, soprattutto sul fronte del lavoro e delle reali opportunità offerte ai giovani. Si investe troppo poco, la rivoluzione dell’industria 4.0 rischia di restare lettera morta, la ridistribuzione della ricchezza è ancora un miraggio, tutto (o quasi) parla di svilimento del lavoro. Eppure, la sfida dettata dai mutamenti “schizofrenici” della società, non può che essere accettata da un Sindacato come la Cisl. Che le idee le ha chiare: essere concreti su progetti e visioni, a partire da quelle legate al lavoro. Via libera, dunque, da Pordenone alle grandi riforme, quella del fisco, ad esempio, ma anche quelle della tutela della legalità e per l’efficienza della pubblica amministrazione. Filo conduttore deve essere l’innovazione, la capacità di sperimentare, tanto nel pubblico, quanto nel privato, contando su quei punti di forza che il territorio ha dalla sua. Nel caso di Pordenone, presenza di parchi tecnologici, relazioni industriali complessivamente virtuose, sciole che coniugano formazione e lavoro. “Certo – spiega Pellizzon nella sua relazione – questo da solo non basta: c’è bisogno di una pianificazione e attenzione politica che deve adoperarsi per un progetto adeguato alla scala delle ambizioni della provincia di Pordenone e della regione. Dobbiamo collaborare, chiedere, attivare un rinnovamento dei modelli con cui produciamo beni, servizi, tecnologia, conoscenza, benessere, alimenti, cultura perché tutto sta cambiando, a partire dalle periferie industriali dove molto c’è da fare”. Le sfide sono tante e tutt’altro che teoriche: la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa, la rappresentanza del lavoro nell’era della cosiddetta share economy, come sostenere i giovani di fronte ad un mercato del lavoro che sostanzialmente non li vuole e li relega o ai margini o li invita ad andarsene all’estero. E poi c’è la partita del welfare, cui la Cisl di Pordenone sta dando concretezza con la Fondazione Well Fare Pordenone, che punta, attraverso diverse azioni – dal microcredito alle politiche attive per il lavoro – ad evitare che le persone in difficoltà, scivolino nello stato passivo della povertà.
Quanto al processo di riorganizzazione è il segretario della Cisl Fvg, Alberto Monticco a spiegare: “Questa prima assemblea di Ast ha aperto un percorso importante di cambiamento. Non è certo un punto di arrivo, ma di partenza e il contesto sociale ci impone di fare presto e bene: ripartire dai quadri e dai luoghi di lavoro per fare rappresentanza e contrattazione. Oggi è stata una prima giornata positiva; ora aspettiamo gli altri congressi di Ast”. Dello stesso avviso la segretaria nazionale Giovanna Ventura, presente ai lavori. Nel suo intervento conclusivo, oltre a porre attenzione sui temi “imprescindibili” del lavoro e della persona, c’è spazio anche per una riflessione sulla regionalizzazione, un “aspetto importante da cui deriverà più presenza sul territorio, maggiore razionalizzazione, forza e autorevolezza di una Cisl Friuli Venezia Giulia potenziata all’interno e all’esterno dell’Organizzazione”.