
CONTRATTAZIONE, WELFARE DI COMUNITA’ E BILATERALITA’, LE SFIDE PER IL SETTORE E LA FILCA CISL FVG
Congresso della Filca Cisl Fvg: riconfermato alla guida della categoria del legno e dell’edilizia, Gianni Pasian. Contrattazione, welfare di comunità e bilateralità, le sfide per la categoria. Ma c’è anche il problema dei ricambi generazionali e della sicurezza nel settore traino delle costruzioni
Tre sfide cruciali e due problemi contingenti, quelli sollevati oggi nel corso del congresso della Filca Cisl Fvg, che ha visto la riconferma a segretario generale di Gianni Pasian, affiancato da Paolo Fregonese in veste di segretario aggiunto e da Admir Musliju e Vanni Vendrame, in segreteria.
Parlando di sfide, la categoria cislina del legno e dell’edilizia lancia la sua doppietta: arrivare ad un contratto unico edile per i circa 18mila occupati in Friuli Venezia Giulia e scommettere con decisione sul welfare di comunità. Due proposte cui la Filca crede fino in fondo e che hanno il loro comune denominatore nella contrattazione. Se, da una parte, la prima punta a rilanciare una contrattazione di II livello (aziendale) forte in tutti i comparti, la seconda è un’accelerata verso quel welfare di comunità, ormai indispensabile, a fronte delle sempre più scarse risorse statali. “Un welfare contrattato che copra dall’istruzione ai buoni spesa, ai servizi alla persona, e che possa trovare il suo baricentro non solo in azienda, ma anche sul territorio, andrebbe a beneficio di tutta la comunità e, dunque, anche dei lavoratori in uscita dai cicli produttivi, e aiuterebbe a scansare il rischio di esplosione sociale che noi come Sindacato tocchiamo quotidianamente con mano”. Credo che su questo bisognerebbe aprire una urgente riflessione sia con le istituzioni che con le controparti per avviare politiche sociali forti, da sviluppare appunto anche attraverso lo strumento della contrattazione di II livello – commenta Gianni Pasian.
L’altro tassello è quello della bilateralità, lo strumento di contrattazione che coinvolge datori di lavoro e organizzazioni sindacali, nella logica di fornire tutele contrattuali ai dipendenti. “La bilateralità è un vero e proprio patrimonio da salvaguardare e adeguare ai tempi attuali: l’obiettivo è sì arrivare al contratto unico regionale dell’edilizia, ma anche ad un sistema bilaterale unico per tutto il Friuli Venezia Giulia, perché così si vanno ad eliminare l’attuale dumping contrattuale e le differenze in essere, oltre a garantire un bel biglietto da visita verso l’esterno”.
E se il tema sociale riveste un ruolo centrale per la Filca Cisl, altrettanto urgenti sono i due problemi rilevati nel corso del congresso. “Abbiamo – incalza ancora Pasian – un oggettivo problema di ricambio della manodopera e un’emergenza sicurezza e illegalità che non ci permette di abbassare la guardia”.
Solo in edilizia – è stato riferito stamani – in Friuli Venezia Giulia perderemo attorno al 40% di addetti, figure altamente specializzate, che “di sicuro non riusciremo a compensare con tutte le partite IVA che nascono ogni giorno”. E se la Regione, anche coinvolgendo il sistema bilaterale attivo sul comparto, si sta muovendo, il problema – per la Filca – è tutt’altro che risolto e fa il paio con l’invecchiamento della popolazione. “A mancare – spiega il segretario riconfermato – sono soprattutto i giovani: negli ultimi tredici anni i lavoratori fino a 29 anni sono scesi di dieci punti percentuali, passando dal 28,3% sul totale degli occupati, al 18,3%; analoga sorte, con una flessione di quasi 9 punti gli addetti dai 30 ai 39 anni (21,1% vs 29,8%). Sono, invece, saliti di una manciata i lavoratori tra i 40 e 49 anni, e, addirittura raddoppiati, quelli tra i 50 e 60 anni e oltre (25,9% i primi, a fronte del 14,8%, e 7,5% i secondi a fronte del 3,3%). “Si tratta evidentemente di un problema strutturale, che come tale va gestito, sapendo anche che le costruzioni sono uno dei settori trainanti dell’economia, che il bonus del 110% ha aumentato la richiesta e che abbisognano di un continuo ricambio generazionale, anche per la tipologia di lavoro, usurante e rischioso”. Attualmente – si legge in un comunicato della categoria – a sopperire nelle fasce più basse di età sono soprattutto gli stranieri, che fino ai 50 anni coprono 76,8% della manodopera, contro il 57% degli italiani. “E’ un fatto di cui dobbiamo prendere atto, anche in termini di formazione e piena inclusione perché la nostra forza lavoro sarà sempre più composita”.
Ultima, ma non ultima, nell’agenda della categoria, l’emergenza sicurezza e la guerra alla illegalità, intesa come evasione, lavoro nero, false partite Iva, fino a giungere a corruzione, riciclaggio e penetrazioni mafiose. “Il DURC e ora la Patente a Crediti, che la Filca aveva già proposto nel 2003 e che è entrata in vigore a fine 2024, assieme ai vari accordi e protocolli territoriali e regionali sono gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione per fronteggiare quella che è una guerra giornaliera: nel 2024, dei 15.818 infortuni denunciati, 1.260 riguardavano il comparto delle costruzioni, soprattutto per cadute dall’alto. “E’ chiaro – conclude Pasian – che anche gli accordi più belli da soli non bastano: servono, invece, più controlli a campione nei cantieri e negli ambienti di lavoro, implementando anche i numeri risicatissimi degli ispettori, e una rigida osservanza delle norme sulla sicurezza da parte delle aziende, ma anche dei lavoratori, che vanno presidiate dai nostri RLS responsabili per la sicurezza nei luoghi di lavoro”.