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AUMENTO CONTAGI COVID: NO DELLA CISL FVG A NUOVE CHIUSURE

Dinnanzi alle misure anticovid al vaglio di Regione e Stato, la Cisl Fvg sollecita più  controlli e l’accelerazione del piano vaccinazioni

Di fronte alla ripresa dei contagi da Covid, resta netto il no della Cisl Friuli Venezia Giulia a nuove chiusure e soprattutto ad un nuovo lockdown. Un’ipotesi del genere, infatti, andrebbe – per il Sindacato – a compromettere in modo irrimediabile la già difficile tenuta del sistema socio-economico della regione. ”Pur comprendendo la situazione e mettendo al primo posto la salute delle persone, non possiamo permetterci un nuovo stop, che avrebbe l’effetto boomerang di portare al collasso le attività produttive e la capacità reddituale di migliaia di famiglie” – commenta il segretario generale della Cisl Fvg, Alberto Monticco. “Ci troviamo di fronte ad una situazione delicatissima – continua – che richiede decisioni bilanciate: credo che l’unica possibile in questo momento sia quella di potenziare ed accelerare al massimo livello possibile il piano vaccinazioni della regione, valutando anche la praticabilità dell’acquisto in proprio delle dosi, ed estendendolo immediatamente anche alle fabbriche, così come previsto dal recente accordo sottoscritto con le parti sociali e Confindustria”. L’imperativo – per la Cisl Fvg – è tenere aperti i luoghi di lavoro, dando piena attuazione, come già accaduto a marzo dell’anno scorso – a quei protocolli che alla prima ondata hanno contribuito a rendere le fabbriche luoghi sicuri. Quanto alla scuola e alle attività commerciali, la posizione della Cisl spinge verso l’aumento dei controlli, ma non sulle chiusure. “Dobbiamo lavorare e fare in modo che le scuole, anche attraverso la ridefinizione della logistica e siglando un patto di responsabilità tra tutti gli attori in gioco, possano restare aperte in sicurezza, questo per consentire non solo ai bambini e ai ragazzi una normalità di cui hanno bisogno, ma anche alle famiglie di poter conciliare vita e lavoro e tener saldi i propri redditi” – incalza Monticco. E stessa linea anche sulle attività commerciali, sui cinema, i teatri ed, in generale, i luoghi della cultura. “Il problema – spiega il segretario cislino – non si risolve comprimendo gli orari, ma semmai ampliandoli in modo da facilitare la fruizione dei servizi, senza gli assembramenti che vediamo nelle fasce limitate. Quello che certamente andrebbe implementato, invece, è il sistema dei controlli, che dovrebbe essere supportato anche da un maggior senso di responsabilità individuale”.