CGIL, CISL, UIL, E’ MOBILITAZIONE SULLA MANOVRA DEL GOVERNO
Pochi investimenti sullo sviluppo: la manovra del Governo preoccupa i Sindacati, con Cgil, Cisl e Uil che scelgono anche in Friuli Venezia Giulia, la via della mobilitazione. Già convocati i delegati nelle quattro province: si parte con le assemblee dei lavoratori.
Mancano le risorse per gli investimenti, poiché si privilegia la spesa corrente, con misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. Il contrasto alla povertà è senza dubbio una priorità per il Paese, ma non si può combatterla se non c’è lavoro e se non si rafforzano le grandi reti pubbliche del Paese: sanità, welfare, istruzione e servizi all’infanzia. Questo, in estrema sintesi, il giudizio unitario di Cgil, Cisl e Uil sui contenuti della manovra nazionale, al centro di una mobilitazione in tutto il Paese. Mobilitazione che nei prossimi giorni interesserà tutte le province del Friuli Venezia Giulia, con quattro attivi territoriali dei delegati promossi da Cgil, Cisl e Uil.
Quattro gli appuntamenti in regione, tra martedì 20 e venerdì 23 novembre, che coinvolgeranno complessivamente un migliaio di delegati. Ad aprire il programma Monfalcone, dalle 9.30 alle 13 di martedì, al centro congressi Marina Lepanto. L’incontro sarà chiuso da Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil. Seguiranno Pordenone e Udine, entrambe il 22 settembre, sempre dalle 9.30 alle 13, rispettivamente alla Casa dello Studente e al Centro congressi Enaip di Pasian di Prato. Per le segreterie nazionali interverranno Piero Ragazzini della Cisl e Giuseppe Massafra della Cgil. A chiudere la tornata l’appuntamento di Trieste, venerdì 23 novembre nella sala ex Friulia di via Locchi, sempre al mattino. Le conclusioni saranno di Claudio Treves, segretario nazionale del Nidil Cgil.
In materia di previdenza, per i sindacati, è positiva l’apertura di una base di confronto su “quota 100”, ma non è sufficiente a determinare il necessario cambiamento strutturale del sistema. Manca, infatti, qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi a favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza.
Troppo poche, per i sindacati, sono anche le risorse finalizzate agli investimenti, necessari per creare lavoro e rispondere all’emergenza occupazionale che colpisce giovani, donne e il Sud del Paese. Solo un intervento shock sul lato investimenti, per Cgil, Cisl e Uil, può determinare effetti anticiclici e far ripartire la crescita, lo sviluppo e quindi l’occupazione.