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CISL FVG: SI ALLA REGIONALIZZAZIONE. PARTE IL CAMBIAMENTO

Una giornata “importante” per la Cisl del Friuli Venezia Giulia, che oggi aggiunge un tassello chiave a quel processo di cambiamento e rinnovamento fortemente voluto dalla segreteria regionale, di concerto con la Confederazione.
Il Consiglio Generale del Sindacato, riunito a Monfalcone alla presenza di Annamaria Furlan, ha, infatti, votato il sì definitivo alla regionalizzazione, vale a dire, in sostanza, taglio netto dei livelli dirigenziali, una diversa articolazione e gestione delle attuali unioni provinciali, il tutto a favore della costruzione di un’unica struttura Cisl di dimensione regionale, poiché è proprio la scala regionale a garantire un’adeguata programmazione, formazione, economia di scala e di specializzazione per i servizi. Un’operazione radicale che genererà consistenti risorse, sia monetarie (si stima, dalla manovra, un risparmio del 30% dei costi), sia di personale, da riversare direttamente sulla prima linea, sui territori, per le attività sindacali nei posti di lavoro ed, in generale, tra la gente.
“Procederemo per gradi – sottolinea Fania, ormai alla vigilia del congresso (che si terrà a fine aprile) – ma senza fermarci perché è arrivato il momento che il Sindacato cambi davvero rotta per rispondere in modo compiuto e più funzionale ad un mercato del lavoro completamente diverso e alle nuove istanze di chi rappresentiamo, a partire dai giovani per cui oggi il Sindacato resta ancora una realtà distante”.
Insomma, nessuna paura rispetto ad un cambiamento necessario e ad un bisogno intrinseco di innovazione, com’è nel dna progressista della Cisl.
“Una giornata importante” – ha commentato la Segretaria Generale Annamaria Furlan, a Monfalcone per tenere a battesimo l’avvio del percorso. “Con il Friuli Venezia Giulia è stato fatto un buon lavoro, con il contributo di tutti e il risultato è un salto di qualità che consentirà di svolgere nel migliore dei modi il ruolo e l’attività sindacale”. Un’attività che oggi – ha analizzato la Segretaria Generale, prendendo spunto dall’attualità (Brexit, Trump e voto referendario) – si trova a dover fare i conti con un quadro politico ed economico fortemente mutato e carico di incognite, ma anche di sfide irrinunciabili, come la partita sulle politiche industriali, a cui – per Furlan – si impone la questione della qualità. “Occorre – sottolinea – accostare al tema dell’industria 4.0 quello del lavoro 4.0, altrimenti avremo a che fare con preoccupanti esuberi di ritorno. Di qui l’urgenza di aprire e portare avanti un confronto costruttivo con Confindustria”.
 
 

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