LAVORO: BENE LINEE GUIDA. ORA FEDRIGA CI CONVOCHI
Alberto Monticco: “Ruolo delle parti sociali strategico anche nei servizi per il lavoro”
Linee guida condivisibili, quelle tratteggiate dall’assessore Rosolen, per rilanciare l’occupazione ed il lavoro in Friuli Venezia Giulia. Gli interventi delineati – si legge in una nota a caldo della Cisl Fvg – sono sicuramente necessari, a partire dall’allineamento delle direzioni regionali al Lavoro e alle Attività produttive. “Spiace, tuttavia – incalza il segretario generale Alberto Monticco – non avere avuto con il presidente Fedriga ancora un confronto, nonostante sia passato un mese dalla richiesta che abbiamo fatto come Cgil, Cisl e Uil. Soprattutto rispetto alla partita del lavoro, il ruolo delle parti sociali non può essere considerato accessorio, ma vitale in un asse con la politica, le imprese e la formazione”. Oggi il nostro tessuto produttivo, ancora fortemente in sofferenza specialmente per quanto riguarda il comparto manifatturiero, ha bisogno di una convergenza di indirizzo e “operativa” di questo tipo, che guardi all’obiettivo prioritario: sviluppare l’economia del territorio in una logica di rafforzamento dell’esistente, innalzamento della qualità del lavoro e stabilizzazione dell’occupazione. “E’ chiaro – entra nel merito Monticco – che l’occupazione così come la immaginiamo deve essere incoraggiata da interventi strutturali che guardino all’industria e, per quanto ci riguarda, anche dando vita a filiere innovative, capaci con le proprie lavorazioni, di supportare, come retro-bottega, le grandi aziende della regione e di mettere in contatto e coniugare in termini funzionali la ricerca (nostra eccellenza) e la produzione”. Altro passaggio chiave quello di una intensificazione del raccordo tra mondo della formazione e del lavoro, anche attraverso un potenziamento dei Centri per l’impiego e, di conseguenza, un più funzionale matching tra domanda e offerta di lavoro. “Come Cisl – incalza a questo proposito il segretario Luciano Bordin – crediamo che un positivo rafforzamento del matching potrebbe essere assicurato anche dall’utilizzo, in via complementare, delle parti sociali nei servizi per il lavoro”, senza contare la necessità di dare gambe a progetti pilota innovativi, inspiegabilmente rimasti sulla carta. Il pensiero corre allo sportello del lavoro attivato – dietro firma di un protocollo sottoscritto tra Regione, Sindacati ed azienda – all’interno di Fincantieri, un primo vero e concreto progetto di politiche attive dedicato al collocamento delle figure professionali legate alla filiera navalmeccanica, ma che potrebbe diventare un modello replicabile anche ad altri comparti. “Allo stesso modo – aggiunge Bordin – si deve scommettere con più determinazione sia sul sistema duale della formazione ed, in particolare, sull’apprendistato, che, stando agli ultimi dati disponibili, conta numeri davvero troppo bassi (parliamo di meno di 500 giovani nel 2017), e che potrebbe essere utilizzato anche nella logica di anticipare le crisi e non soltanto di gestirle ex post; sia sull’occupazione femminile, il cui ricorso al cosiddetto part time involontario (stimato al 15%), preoccupa, e molto, la Cisl Fvg. “E’ chiaro – intervengono Monticco e Bordin – che il problema va affrontato con urgenza e da più parti: sicuramente, come dice Rosolen, intercettando il capitolo dedicato alla famiglia e alle politiche di conciliazione, ma anche intervenendo all’interno delle aziende perché il problema è che sono ancora troppo pochi gli accordi aziendali, pubblici e privati – e qui va potenziata la contrattazione di secondo livello – che affrontano in modo originale il tema delle pari opportunità e che trovano soluzioni innovative al problema della conciliazione. E questo sia per la comprensibile resistenza delle parti datoriali, sia, purtroppo per la mancanza di una strategia trasversale tra aziende e parte sindacale, che potrebbe essere facilitata dalla politica”. “Attendiamo ora un incontro con la Giunta anche per discutere di una possibile riforma ed attualizzazione della legge regionale 18, ormai datata rispetto alle nuove esigenze del mercato del lavoro”.