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LEGGE 18 DEL BUON LAVORO, AL VIA L’AGGIORNAMENTO

Voucher, ma non solo, nel confronto tra Cisl Fvg e Regione: al centro della riflessione, promossa oggi dal Sindacato a Monfalcone, ci sono le politiche attive del lavoro nel loro complesso, ovvero quel pacchetto di misure ed interventi finalizzati a sostenere l’occupazione e che, guardando al dato sull’utilizzo dei voucher, devono guardaren soprattutto ai giovani e alle donne.  Ed è l’assessore regionale Loredana Panariti a lanciare la prima proposta per rafforzare appunto quelle politiche indispensabili a contrastare e sanare gli effetti di una crisi tutt’altro che risolta: aprire un Libro Bianco con l’obiettivo di aggiornare, o meglio contestualizzare al momento storico e alle reali necessità, gli strumenti previsti dalla legge regionale 18 del 2005, meglio nota come “Buon Lavoro”. Un intervento  auspicato dalla Cisl da almeno tre anni e che oggi trova concretezza nella parole dell’assessore, con il Sindacato che spinge sull’acceleratore, chiedendo l’avvio urgente di un confronto sul tema, con la consapevolezza – traduce il segretario Alberto Monticco – che le politiche del lavoro devono accompagnarsi a quelle industriali perché solo dalla somma di queste può nascere occupazione. Quanto ai voucher – definiti dalla professoressa Anna Zilli, il “jolly del mercato del lavoro” – siamo di fronte ad uno strumento ad oggi ingovernabile, stante l’assenza  – e questa è una delle criticità più evidenti – di indicazioni legislative sulle prestazioni accessorie così  retribuibili. “Insomma – chiarisce la docente di diritto del lavoro –  c’è una libertà enorme senza paletti, senza contare che in Italia ci sono 8 mega committenti che hanno acquistato voucher per compensare prestazioni lavorative continuative, oltre i dubbi sull’estensione della possibilità di utilizzare i voucher anche all’interno della pubblica amministrazione”.
“Il punto vero – spiega il segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania, alla vigilia anche della decisione della Corte Costituzionale sull’ammissibilità del referendum – è riportare i voucher alla loro vocazione originaria, prevista dalla legge Biagi, ovvero il loro utilizzo per coprire esclusivamente le prestazioni occasionali, incrementando i controlli e le ispezioni per evitare ogni forma di abuso”. Insomma – per la Cisl Fvg – i voucher non vanno cancellati, ma ripensati, anche perché sono uno strumento indispensabile per contrastare il sommerso ed il nero”.

I dati nazionali e regionali
Nel 2015 sono stati venduti, a livello nazionale 115 milioni di voucher, facendo segnare una crescita continua, rapida, diffusa territorialmente e settorialmente dello strumento, così come dimostrano il numero dei committenti (472.000 nel 2015) e il numero dei lavoratori coinvolti (1,4 ml).
Il numero di voucher, equivalenti a 10 euro (importo che non è mai stato adeguato negli anni), venduti dal 2008 al 31 dicembre 2015 è pari a 277,2 milioni, per un importo complessivo di 2,8 miliardi di euro. La dinamica dei voucher è stata particolarmente rilevante nel triennio 2013-2015 con incrementi attorno al 70%, specialmente nei settori del commercio, dei servizi e del turismo, che ne fanno il più ampio uso.
L’età media dei lavoratori è diminuita costantemente nel corso degli anni, così come la quota percentuale di maschi, passati dall’80% al 50% del 2015.L’età media è passata da 60,7 anni (maschi) e 56,6 (femmine) a rispettivamente 37,3 e 34,7.
Nel 2015 il peso dei giovani risulta ulteriormente cresciuto (assorbono il 43,1% dei voucher) e si è rafforzato pure il rilievo dei trentenni (20,6%) e dei quarantenni (17,4%).
In Friuli Venezia Giulia e in Lombardia avvengono le riscossioni di importo medio maggiore perché la media voucher per lavoratore è vicina agli 80 euro.
In regione, il numero medio di voucher è pari a 78,6; il numero di lavoratori dipendenti (del settore privato non agricolo con almeno una giornata retribuita all’anno) ammonta a 316.121; il numero di prestatori di lavoro accessorio è di 50.897; il costo totale del lavoro accessorio è di 40.001.280.
Numero di lavoratori e numero medio di voucher per lavoratore – confronto Italia e Fvg: l’incremento in Fvg è in linea con l’Italia, ma meno accentuato. A livello nazionale +123%; in Fvg +53,1% tra il 2013 e il 2015.
In Fvg è maggiore il numero di lavoratori femmine che usufruiscono dei voucher, rispetto a quello dei maschi. Nel 2015, sono 28.764 le femmine e 22.133 i maschi.
Nel 2015 prevale la componente giovanile (fino a 29 anni) sia a livello nazionale, che regionale. Tale percentuale è più elevata in Italia, mentre in Fvg sono più elevate le percentuali per gli over 50. Probabilmente ciò è dovuto alla struttura demografica tra i due livelli.
Per quanto riguarda i settori, in Fvg tendono a prevalere le quote su agricoltura e industria.
 

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