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PRIVATO ACCREDITATO, PER LA CISL FVG BENE IL DIETRO FRONT, MA SERVONO REGOLE CERTE

Dopo lo stop dei giorni scorsi si riaprono le agende. Per Cisl Fvg, una scelta di assoluto buon senso.

Una decisione di buon senso, per la Cisl Fvg, quella delle strutture sanitarie del privato accreditato di riaprire le agende delle prenotazioni, in attesa del vertice, già in programma con la Regione, per il prossimo venerdì. A commentare la novità di queste ore, è, per la Cisl regionale, la segretaria Renata Della Ricca, che esprime piena soddisfazione per una disponibilità dimostrata da tutti i soggetti coinvolti, che va a scongiurare il rischio altissimo di precludere a molti i servizi di cura, ad appesantire ulteriormente il già in affanno sistema pubblico, e a mettere in pericolo anche migliaia di posti di lavoro. Rispetto alle preoccupazioni dei giorni scorsi, oggi – per il Sindacato – lo scenario appare meno cupo: “Certo è – spiega Della Ricca – che la questione andrà chiarita con certezza e in modo definitivo, per non incorrere in un nuovo blocco: le premesse del tavolo con la Regione sono buone; l’auspicio è che, come richiesto anche dalla Cisl Fvg, ci possa essere un intervento tecnico-politico che definisca le regole della committenza del pubblico/privato a garanzia dei cittadini e dei lavoratori rispetto alle prestazioni erogate. La vicenda ci ha anche insegnato che, perché il sistema della sanità non vada in tilt, pubblico e privato devono convivere in qualche modo, e oggi abbiamo la possibilità di perimetrare meglio e in forma durevole questa complementarietà”.

PRIVATO ACCREDITATO, PREOCCUPAZIONE PER I 2MILA 500 OPERATORI DEL FVG

Scenari bui per il taglio delle agende nelle 32 strutture interessate dalla riduzione dei tariffari. Per la Cisl Fvg, fondamentale monitorare sulla garanzia delle cure per tutti

Preoccupazione altissima per i 2mila 500 operatori, impiegati in Friuli Venezia Giulia nelle 32 strutture della sanità privata accreditata. A lanciare l’allarme è la Cisl Fvg, che, assieme alla Fp Cisl, sta in queste ore monitorando i possibili contraccolpi derivanti dalla chiusura delle agende. “La situazione è davvero ad alto rischio sul duplice fronte: quello dei lavoratori e quello dei servizi resi. Non è purtroppo difficile prevedere che da una parte, con la diminuzione delle entrate, le strutture del privato inizieranno a tagliare sul personale; dall’altra parte assisteremo ad un ulteriore collasso della sanità pubblica, con un aggravamento delle liste d’attesa” – commenta la segretaria della Cisl Fvg, Renata Della Ricca. Una situazione – per il Sindacato – da vera e propria fibrillazione, con impatti pesantissimi se non si riuscirà a trovare velocemente una soluzione che dia risposte ai cittadini e alle persone bisognose di cure ed ossigeno al sistema della sanità pubblica.

Oltre all’insidiato diritto di cura, c’è, dunque, anche la preoccupazione per tutti i professionisti che lavorano nel settore privato, 2mila 500 di cui mille 300 dipendenti e mille 200 liberi professionisti. “Parliamo – sottolinea la segretaria della Fp Cisl Fvg, Romina Dazzara – di personale già penalizzato da un mancato rinnovo contrattuale e che oggi si troverà a pagare anche un altro conto. Quello del personale deve restare un punto fermo: come Fp rimaniamo fortemente colpiti dalle dichiarazioni di altre sigle sindacali che a nostro avviso non hanno compreso l’impatto della situazione sui dipendenti, ma che anzi ritengono che ce ne siano alcuni di serie A e altri di serie B. L’altro nodo, poi, è quello di come ci si curerà da qui in avanti, tenuto conto che il servizio pubblico è già in profonda sofferenza per carenza di personale”.

C’è – per la Cisl Fvg – il rischio concreto di andare a peggiorare ancor di più la situazione delle liste d’attesa, già molto pesanti nonostante gli investimenti economici della Regione per il loro abbattimento. “In più occasioni abbiamo chiesto un intervento tecnico-politico che definisca le regole della committenza del pubblico/privato a garanzia dei cittadini e dei lavoratori rispetto alle prestazioni erogate. Oggi ci troviamo a dover gestire un altro problema, che dipende dal livello centrale e su cui abbiamo in Friuli Venezia Giulia un ridotto margine di manovra, dipendendo il tariffario dalle scelte del nomenclatore nazione: l’auspicio è che si possa intavolare con Regione e le strutture una concertazione utile a trovare qualche forma di bilanciamento e soluzione. “Intanto – incalza Della Ricca – dobbiamo tutti monitorare sulla garanzia delle cure, perché il timore è che molte persone, soprattutto anziani e fragili, rinuncino a curarsi, non trovando risposte nel pubblico e non potendosi permettere il privato: anche in questo il ruolo dei medici di medicina generale sarà ancora più strategico.