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SULLE LISTE D’ATTESA, TAVOLO DI CONFRONTO SPECIFICO E MONITORAGGIO DELLE RISORSE

La questione sanità resti materia delle Regioni: dubbi sul decreto ministeriale. Apertura, invece, sul privato accreditato per abbattere le liste di attesa. Ma, per la Cisl Fvg serve anche un impegno sui medici di medicina generale.

La Cisl Fvg scende in campo sull’annoso problema delle liste d’attesa per le prestazioni sanitarie. Un problema che sta impattando pesantemente sui cittadini e che richiede un approccio più stringente e risolutivo anche da parte della Regione. “Chiediamo – specificano per la Cisl Fvg, la segretaria Renata Della Ricca e per la Federazione dei Pensionati, il segretario Renato Pizzolitto – l’istituzione di un tavolo di confronto specifico ed esclusivo su questo tema, ma anche un monitoraggio puntuale sull’utilizzo delle ingenti risorse stanziate a contrasto dei tempi d’attesa”. Perplessità, invece, riguardano il famigerato articolo 2 del decreto emesso di recente dal Ministero e contenente misure per la riduzione delle liste d’attesa. “La questione sanità deve rimanere responsabilità delle Regioni: bene, in sostanza, che ci sia un coordinamento tra Ministero e sistemi regionali, ma non può esserci un’ingerenza di quest’ultimo” – vanno dritti al punto i due sindacalisti. Quanto alla situazione del Friuli Venezia Giulia, la Cisl, se da una parte afferma l’urgenza di costituire un tavolo unitario, dall’altra, rilancia con forza la necessità di un monitoraggio ravvicinato anche sugli investimenti economici riversati sul capitolo liste di attesa: investimenti che vanno valutati anche in base ai risultati ottenuti e raccordati alle scelte di tipo organizzativo che andranno fatte dentro e fuori le Aziende sanitarie e che dovranno riguardare anche le modalità di presa in carico dei pazienti e il privato accreditato come parte del sistema pubblico. Insomma i tanti soldi a disposizione non possono andare dispersi o finire su un binario morto, soprattutto tenuto conto che i dati sugli sforamenti dei tempi d’attesa delle prestazioni sono ancora pesanti, sebbene in alcune specialità in miglioramento. Certo è che non è pensabile – si legge nella nota cislina – che per una mammografia con impegnativa a 60 giorni, in Asugi si debbano attendere 148 giorni, o che in Asfo una visita neurologica richiesta 259 giorni (sempre con la priorità di cui sopra), o, ancora che per una prima visita oculistica in AsuFc di giorni ce ne vogliano tra i 250 e i 513”. Per la Cisl Fvg occorre affrontare congiuntamente anche le cause che alimentano le liste d’attesa, a partire dalla mancanza di personale, ma anche dai medici di medicina generale. “Sul primo fronte – spiegano Della Ricca e Pizzolitto – va promossa, valorizzata e implementata ulteriormente la formazione degli infermieri, come leva affinché i concorsi non vadano deserti o quasi; sul fronte dei medici di base, occorre, invece, ripensare una gestione complessiva della loro attività perché, se da un lato, rileva la loro carenza sul territorio (vedi anche le guardie mediche), dall’altra il numero delle visite ed esami prescritti rimane molto alto, con un tendenziale aumento annuale (+44% tra il 2019 e il 2023), che va ad impattare sulle liste di attesa. Bene, dunque, l’accordo integrativo sottoscritto, ma ora bisogna guardare anche alla tenuta del sistema e alla parte che i medici di medicina generale devono svolgere. Appello, infine, alla Regione affinché si faccia più chiarezza anche sulle dinamiche dei tavoli esistenti, tra quelli regionali e delle Aziende sanitarie. “Oggi – affermano Della Ricca e Pizzolitto – si assiste spesso ad un rimpallo di responsabilità, a discapito delle decisioni, mentre occorrerebbe meglio definire attraverso un protocollo o delle linee guida specifiche, quali sono gli interlocutori di ciascun tavolo e quali materie vanno lì discusse e concertate”.